Nell’autunno del 2010, dopo un anno pesante allietato da una incredibile vacanza tardiva, ho scoperto di avere un tumore al seno. Avevo 36 anni e due bambini piccoli, piccolissimi. Nessuna familiarità e alcuni sintomi trascurati, per i quali mi porterò dietro il senso di colpa per sempre.
Forse a causa dei sintomi trascurati, l’iter è iniziato subito e subito mi sono ritrovata al centro del turbine intervento-cure-esami, turbine nel quale sono ancora dentro, tutta intera.
Nel frattempo i capelli sono ricresciuti più scuri, più forti, più ricci: il mio ritratto, perchè anch’io sono così. Più facile ai momenti cupi, più dura, più esposta ma anche più sensibile al bello della vita.
E quello che fortissimamente voglio, è che questa malattia dalle potenzialità altamente distruttive, provochi in me invece un cambiamento che vorrei fosse solo positivo: voglio vivere meglio, voglio amare di più e soffrire di meno. Voglio che la malattia e tutto quel che comporta siano per me un ponte che mi permetta di vivere una Seconda Vita.